Dopo le malefiche, ecco che "finalmente" sono arrivate anche loro: le passeggiate notturne. La settimana passata è infatti stata molto ma molto intensa per quando riguarda la veglia. Il piccolo Vincenzo ha trascorso lunghe e interminabili nottate sveglio, più o meno piangendo, facendo passeggiare sia me che il papà avanti e indietro lungo le mattonelle di casa.
Come sempre cercare di decifrare i pianti non è mai semplice e, come sempre, quando si crede di esserci finalmente riusciti ecco che inizia una nuova incognita. Ricordo che con Cesare mi lamentavo per le piccole cose, allora dal mio punto di vista non lo erano ma paragonate a quelle che passo adesso con Vincy mi rendo conto che era meglio se mi fossi fatta i fatti miei e mi fossi accontentata di come stavano procedendo le cose. Conto infatti due sole notti di pianti inconsolabili, tra l'altro abilmente smorzate da qualche goccia di tacchipirina che per di più lo aveva fatto dormire tutta la notte. Adesso cos'è? Dolore, fame, voglia di coccole... non si riesce a capire. Una cosa è certa, Vincy ama stare in braccio, possibilmente in continuo movimento e se poi è in posizione eretta abbiamo sicuramente raggiunto il top. Questo però la notte non ha aiutato.
Ogni sera dopo aver lottato per farlo addormentare lo mettevo nel suo lettino ed essendo presa dai preparativi per la festa di compleanno di Cesare io rimanevo comunque sveglia per cucinare e preparare il necessario per il grande evento. Questo fino a sfinimento fisico puntualmente troncato dai suoi risvegli. Il rimanere attaccato al seno tutta la notte non è mai servito e in più di un occasione di zero sonno fino all'alba, stremata passavo il testimone al papà che devo ammettere, in questi sette giorni è stato davvero fondamentale.
Nonostante gli impegni giornalieri non si è praticamente mai rifiutato di darmi il cambio e questo ha notevolmente messo alla prova il suo sonno da telecomando. Si è così meritato un premio come miglior papà della settimana, bisogna ammetterlo. In pratica dopo aver messo a letto il grande gli permettevo di dormire fino al mio stremare in modo tale da farlo ricaricare e scambiarci i ruoli: lui passeggiando e io sotto le coperte. Immancabilmente però Vincenzo finiva sempre nello stesso posto: attaccato a me per mangiare.
Hanno iniziato a sorgere i dubbi che i suoi deliri notturni possano derivare dalla fame. Il poco riposo infatti non ha sicuramente giovato alla mia produzione di latte. Una mamma mucca infatti deve riuscire ad avere il giusto rapporto di sonno per consentire al corpo di ricaricarsi e produrre, non basta solo mangiare "di più" e ammetto che a me ultimamente è davvero mancato molto.
Come sempre quindi in merito a dubbi di una mamma "alle prime armi" sotto alcuni profili, il confronto con il pediatra può essere un buon metodo per cercare di risolvere il problema e siccome quello dei miei figli è il miglior medico che potessi chiedere, sono sicura che come sempre sarà prezioso nell'aiutarmi a trovare una soluzione, solo... che fatica essere una mamma bis!
PH MammaCheVita
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